giovedì, aprile 30, 2009

Conversazioni con un suicida


-Non che ci sia tutta questa differenza tra me e te
-E tu che cazzo ne sai di me?
-Quello che vedo ora. So che ci vanno le palle per lasciare tutto
-Le palle? Le palle? Le palle ci sono per continuare, e per sorbirsi tutti i giorni i soliti coglioni che parlano di cose ovvie e ci tirano per il culo tra cose scontate e schifosamente dovute. Dovute capisci? E a te niente!
-dovute a chi dai? Non dire stronzate. Dovute perché ti hanno insegnato che sono così. Fa un freddo cane qua sopra.
-allora vattene
-no perché mi pagano per stare qui e fare il mio lavoro, e stare a parlare con gente come te
-allora mi sa che questa volta lo perdi, il lavoro
-in realtà non me ne frega un cazzo. Di lavori ne ho altri due. Se faccio questo è solo per passione
-bella passione di merda
-la differenza tra me e tutti gli psicologi del cazzo è che io credo veramente in gente come te. Credo solo in gente come te
-ma che cazzo dici?
-io ci credo. Assolutamente. Nei disillusi. Nei fottuti nel cervello. Nei disperati. Siete voi che avreste qualcosa da insegnare agli altri, non sorbirvi i predicozzi, i consigli degli psicologi e gli antidepressivi
-io non ho niente da insegnare capito? Vattene via.
-senti se io sono qui è perché credo in te. Perché penso che tu ora sia in grado di insegnare qualcosa a me, che tu ci creda o no non ti prendo per il culo.
-io voglio solo morire
-prima fammi capire. Fai l’ultimo atto nobile della tua vita. Certo è una scommessa del cazzo per uno come me credere in gente come te, a cui hanno insegnato a competere e non fallire. Tu da solo sei arrivato a capire che è tutta una presa per il culo capisci? Dammi questa piccola possibilità. Sta per mettersi a piovere.
-cosa resta? Cosa resta, se escludi quello che ti hanno insegnato a credere? Se escludi la grande presa per il culo? O ti adegui, o finisci a fare il barbone, e scusami io non ci sono portato. Preferisco morire.
-in realtà ci sono molte più possibilità di quello che credi per i disillusi falliti senza un cazzo come te. Tipo spostare l’attenzione non solo più su di te. E ci potresti pure vivere. Certo è più facile imbottirsi di xanax e dirigersi verso questo minchia di cornicione per farla finita
-risparmia i discorsi del cazzo sull’altruismo e sulle droghe e su tutti i vostri fottuti moralismi
-io mi riferisco solo alle situazioni che ti permettono di imparare qualcosa. Finire a pulire il culo ai vecchi ecco, quella è una situazione che ti permette di imparare qualcosa. Questo è come la vedo io
-a lavarti bene le mani, sicuramente.. [ride]
-[ride]
-…
-sei simpatico. Simpatico come spostato. Se avessimo più tempo potremmo andare a berci una birra insieme
-non sono ricchione
-ahah ma che dici
-e lo faresti per pietà. O non lo faresti
-questo perché non credi a niente di quello che ti ho detto fino a adesso. Che io imparo da gente come te
-in effetti non ci credo. Ma se mi dici che impari a pulire il culo ai vecchi capisco che ci stai dentro meno di me
-a proposito tu bevi?
-bevo? Alcool
-no bevi acqua. O per sopravvivere non fai uso di alimenti liquidi
-ma che sei scemo
-va beh che ti stai per suicidare, ma non è che devi perdere del tutto il senso dell’umorismo
-non l’ho mai avuto
-cazzate. Prima mi hai fatto ridere
-certo hai le mani che puzzano di merda..
-[ride] ti va una birra?
-ma che c… veramente sei venuto qui con una lattina di birra in tasca? Per cosa, per comprarmi?
-no, più per me. Se no ne avrei portate due. Se va bene ti porto giù e andiamo assieme a bere, prima che ti affidino a qualche psicologo della mutua. Se no ti guardo spiaccicarti stappandomi una lattina
-e non te ne fregherebbe un cazzo? [a bassa voce, voltandosi] ma che cazzo di domande faccio, è ovvio che …
-se devo essere completamente sincero, rimpiangerei l’occasione persa di non avere conosciuto una persona potenzialmente interessante, per lo meno per commentare nei pub gli sguardi accesi dei cazzoni di turno davanti alle partite
-ma che cazzo ne sai di me! Come fai a dire che sono interessante! Piantala con le ricchionerie finte
-parli troppo di sta faccenda dei ricchioni. Magari il ricchione sei tu. Ti piace nel culo vero?
-vaffanculo..
-che c’è di male. Ho un sacco di amici ricchioni. E sono di sicuro più rispettosi di tutti i fottuti animali da branco calciotelemacchinadipendenti che ci sono in giro. Che adorano e temono la vagina in maniera ossessiva, vittime di complessi irrisolti verso le loro madri e che per me si possono tenere vita natural durante. I complessi con le loro madri, intendo. Gente che io so che tu odi come me, vero?
-vaffanculo. Io non conosco ricchioni e non ho amici. Ho dedicato trentatre anni della mia vita allo studio e al lavoro per vedere tutto fottuto in una settimana. Non che ci credessi, ma mi difendevo. Invece niente ha senso
-è la prima cosa sensata che ti sento dire, questa. Bravo, ci sei arrivato. Quindi quando hai finito di piangerti addosso mi dici se ti va un sorso [stappa la birra e inizia a bere]
-…
-allora? Io sono qui. E non me ne vado.
-me ne vado io..
[pausa]
-va beh dammi un sorso
-bene.. tieni .. [inciampa] cazzo!!
-occhio! Poi sono io quello che dovrebbe morire tra i due
-vaffanculo. A momenti ci andavo io
-non male.. [beve] .. fresca
-te ne racconto una
-glubf
-un mese fa mi hanno mandato a prendere una che si voleva buttare giù dal ponte CLJ. Una tipa bionda sui quaranta in tailleur, tradita dal marito.
-eh..
-arrivo là e questa qua piangeva come una fontana
-io mi avvicino con il mio approccio, con l’idea anche stavolta imparo qualcosa, e inizio a parlarle
-beh? Sveglia, non ho troppo tempo… sai com’è devo morire
[ridono]
-no senti, appena attacco discorso questa inizia a piangere a dirotto e a raccontarmi tutti i suoi litigi col marito e cazzi e mazzi di cui a me, in sincera onestà, me ne fotteva poco
-te l’ho quasi finita. Scusa [ride]
-va beh.. in quel momento realizzo una cosa. Se devo far bene il mio lavoro, e portare la tipa giù, devo starla ad ascoltare, perché è quello che vuole, cercare di comprenderla e sorbirmela, e replicare con le solite tiritere hai ancora tanto da dare, di sicuro troverai qualcuno che può starci vicino, proviamo a capire insieme cosa potrai fare una volta che avrai tolto tuo marito dalla tua vita
-di sicuro te la volevi fare eh?
-no, ma dai. Sesso pari a zero. No, però ho dovuto farlo, ho dovuto dire una vasta serie di minchiate scontate per tirarla giù di là, e ce l’ho fatta. Sembrava recitassi il libro cuore
-bravo, vuoi gli applausi?
-no tu scherzi, in confronto con uno come te almeno capisco. Capisco perché sei andato oltre le cazzate scontate, e cosa hai trovato
-ho trovato il nulla. Il nero
-no la depressione è una brutta bestia, ma venire qui le dà comunque una bella scossa. In un qualche modo ti sei deciso a tagliare il velo nero che ti era caduto addosso
-sì, morendo, bel modo di tagliare. L’unico per me
-ascolta. Passato, depressione. Presente, cornicione futuro..
-coglione
-no, andiamo a farci la maledetta birra che mi hai appena scolato. A te una in più non fa male, visto come sei messo di merda. Io poi, ne ho bisogno. Ho una sete fottuta. E ho pure voglia di pisciare.
-hah.. sei lo psicologo più cazzone che mi poteva capitare.
-forse l’unico che può capire un minchione come te.. ti dispiace? [si alza e si tira giù la zip]
-che cazzo fai? Girati almeno, ricchione.
-ancora con sta storia del ricchione. Lasciami pisciare in pace. Mi piace pisciare dai cornicioni. Immaginare i fichetti che ci credono, con l’auricolare mentre gesticolano da soli in mezzo a Brighton Street e intanto si beccano la mia urina fetida sui capelli ingellati. Potrei stare pisciando su uno come te..
-[ride]
-prima che tu facessi un vero atto di coraggio, cioè venire quassù. Di qui nessuno ti può pisciare in testa, tanto meno da centocinquanta metri
-sai che ti dico? Scappa anche a me. E se mi gira dopo la piscia mi butto pure io. Anche se a questo punto piscerò solo sui pompieri là sotto. Ci sono solo sbirri e pompieri.
-allora spostati un po’ più in là. La, sotto, di là [indica].. ci sono delle persone.
[pausa pisciata]
-Allora, sta birra?
-sei un fottuto stronzo. Andiamo.
-se poi vuoi ancora suicidarti, ho studiato parecchio a riguardo. Ti so dire un paio di cocktail di farmaci che non ti fanno sentire neanche un dolore. Da morire col sorriso, senza coglioni come me che ti vengono a rompere.
[risate]