martedì, settembre 26, 2006

Rage Against The Machine


Rage against the machine è il nome di una famosa band crossover, scioltasi nel 2000, quando gwb è stato eletto (eletto?) presidente degli stati uniti d’america, forse la band che più ha saputo dare significato alla parola crossover, dal punto di vista musicale, sociale, politico.
http://www.ratm.com/
Ma rage against the machine è di più. E’ uno slogan, è un urlo, è un promemoria essenziale come dire, non so, qualcosa come..
“ricordati di non essere schiavo”.

The machine è l’ingranaggio giornaliero della vita, è la moderazione politically correct, è la paura, è il mercato globale, sono le ambizioni di potere, sono i limiti che ci si autoimpone. E’ l’istituzione, è l’ingiustizia, sono i ceppi di un carcerato, è il trusted computing, sono le regole che non capiamo, che non vogliamo.

Ma la cosa che più colpisce è che sulla copertina del primo cd dei Rage ci sia una foto famosa, la foto di un monaco buddista, un monaco zen vietnamita, un monaco zen vietnamita in fiamme.
Il suo nome era Thich Quang Duc, e la sua storia è quella che forse meglio rappresenta il messaggio della frase “Rage Against The Machine”.

http://www.quangduc.com/BoTatQuangDuc/18quangduc.html

Thich Quang Duc, al secolo Lam Van Tuc, si è immolato l’11 giugno 1963. Come per ogni atto di un monaco zen è superfluo indicarne lo scopo. Il suo è stato un atto e basta, ma un atto di profonda, infinita compassione. Se proprio si vuole cercare una motivazione sociale, o un motore per questa azione, la si può ricercare nella guerra, nel suo paese diviso ed oppresso da persecuzioni sociali e religiose, nelle ingerenze violente da parte di paesi esteri, nella sua gente che si azzannava in nome di divisioni posticce, di bandiere col volto dell’odio, per la sopravvivenza di “the machine”.

Sul sito a lui dedicato si trova una stupenda poesia, l'autore si chiama Drew Logan, mi sono preso la libertà di tradurla (per domino non si intende domino, ma penso si intenda la Vietnam Domino Theory http://en.wikipedia.org/wiki/Domino_effect):

Hanno detto che eri un drogato
Ha detto che eri un comunista
Hanno detto che eri solo un vecchio rincitrullito
Non hanno detto nulla del tuo spirito
Non hanno detto nulla del tuo coraggio
Non hanno detto nulla della tua compassione
Pieno centro di Saigon, angolo di Phan Dinh Phung e Le Van Duyet
Mezzogiorno dell’undici di giugno, millenovecentosessantatre
Davanti al mondo intero ti sei immolato.
Lam Van Tuc, il vecchio ragazzo di sette anni
Ha dato la vita sapendo di diventare un monaco
Thich Quang Duc, il vecchio monaco di sessantasette anni
Ha dato la vita sapendo di diventare un santo.
Parlavano di domino
Parlavano di comunismo
Parlavano di libertà
Non hanno detto nulla sulla guerra civile
Non hanno detto nulla sui buddisti
Non hanno detto nulla sull’oppressione
Pieno centro di Saigon, angolo di Phan Dinh Phung e Le Van Duyet
Mezzogiorno dell’undici di giugno, millenovecentosessantatre
Davanti al mondo intero ti sei immolato.

je

martedì, settembre 12, 2006

Anima


Jerome accuratamente sottolinea:

Non so perché mi metto a scrivere certe cose.
Riporto, da Repubblicaonline:
Anche gli animali hanno un'anima. Lo sostiene un italiano su due.
Non riporto il testo dell’articolo, ma parla dei risultati di un sondaggio.

Primo: Anima, da wiki.
Secondo il dualismo platonico e gnostico, l'anima è per sua natura simbolo di purezza e spiritualità. Ha la sua origine nel soffio divino (da cui il significato stesso della parola, ossia vento, il soffio). Per Plotino l'anima è la terza ipostasi, la cui essenza è immortale, intellettiva e divina. […]
Secondo la contrapposizione gnostica tra Dio (Perfezione, bene) e Materia (imperfezione, male), l'anima sarebbe stata calata da Dio in un corpo materiale e sarebbe stata contaminata dall'intrinseca malvagità della materia stessa.

Finendo qui le citazioni, l’anima nel senso più tradizionale del termine sembra quindi presumere due cose: l’esistenza di un dio e l’immortalità.

Dubbi:
1)l’esistenza di un dio, (non solo mio, direi, come dubbio). Diciamo che l’esistenza di un dio superiore all’uomo metterebbe l’uomo in condizione di inferiorità rispetto ad esso, alimentando ancora il più generale paradigma gerarchico dio-uomo-animali-altro. Sbilanciamoci così dicendo ancora che l’esistenza di un dio, se provata, avrebbe il vantaggio, per l’uomo, di lasciare aperto uno spiraglio per
2)l’immortalità, la quale, se non si ammette l’esistenza di un dio in quanto entità superiore resterebbe nulla più che un dubbio. Con un dio-superiore, invece, si entrerebbe nel classicissimo paradigma del dio-padre-giudice.
3)tornando all’articolo di Repubblica, il dubbio sulla vaghezza della definizione di animale (che, sotto gli occhi di tutti, contiene la stessa radice etimologica del termine anima). Tutti gli animali avrebbero un’anima? Solo qualcuno? Nessuno?

Postuliamo ora il principio di eguaglianza, almeno fino ad affermare: dio=uomo=animale (dove però per dio qui si intende qualsiasi entità vivente non percepibile con i nostri sensi, quindi virtualmente non esistente, o virtualmente esistente, cosa cambia poi).

Continuerebbe a permanere così il dubbio 1, risultando a questo punto però insignificante, in quanto questa tipologia di dio non potrebbe garantirci l’immortalità. Il dubbio due non avrebbe più così senso di esistere, in quanto a questo punto l’immortalità ce la potremmo tranquillamente scordare (senza un dio-garante-giudice), tranne invocando un interessante artifizio, di origine induista e ripresa da alcune scuole di buddismo, quale la ruota karmica della reincarnazione.

Invochiamolo.

Se dio=uomo=animale (e mi fermo qui per semplificare), potremmo quindi finire per “reincarnarci” come dei, uomini o animali, al che l’anima verrebbe trasportata da un’esistenza all’altra (conservando il ricordo? non conservandolo?) e così fino alla fine dei tempi.

Il terzo dubbio lo si uccide ora dicendo che il segno = porrebbe sullo stesso piano tutti gli animali, comprese le zanzare. Quindi o l’anima esiste per tutti, o per nessuno. Comprese le zanzare.

Sempre per il principio di eguaglianza, se l’anima non esiste per l’uomo, non esiste degli dei, e nemmeno per gli animali. E ci dovremmo accontentare di questa vita.

Lascio perdere eventuali soluzioni “discrete”, quali artifizi del tipo -una massa cerebrale che supera una certa soglia potrebbe implicare la presenza dell’anima-, -l’estensione del principio di eguaglianza al mondo inanimato implicherebbe ulteriori ampliamenti del concetto di anima (sfiorando così l’animismo)-, ecc..

Il perché dell’anima forse rimane l’aspetto più semplice sul quale dibattere, ovvero quest'eccezionale invenzione (o supposizione) ci permetterebbe di porci con più sicurezza di fronte al dubbio 2, spostandoci più o meno lievemente dalla parte dell’immortalità-sì e lenendo così lievemente la paura della morte.

Per toglierci da incredibili complicazioni, forse la soluzione più semplice sembra infine essere quella di scordarci l’anima in generale, e prepararci all’ineluttabilità della morte. O ammettere una definizione il più possibile generale di anima, e prepararci alla nostra prossima vita da zanzare.

je