venerdì, febbraio 23, 2007

Il cane idrofobo


--Anteprima da ciò che sembra essere quello che sto scrivendo ora, e di cui La storia di Luz null'altro è che un capitolo..--


Ricordo esattamente quell'istante: Mappo era irrequieto, tutto era pronto ma non gli pareva bastare, i nostri entusiasmi non riuscivano a volare, limati dai suoi sguardi pensierosi.

Lui era un vero anarchico, lo si capiva dal suo innato senso di controllo e dalla sua sconcertante razionalità. Questo può sembrare un paradosso, ma non lo è. Lui detestava coloro che non si curavano di calpestare le altre persone nel loro incedere caotico, perché era a causa loro che esisteva il bisogno di regole e la conseguente repressione. Per causa loro l'apparato repressivo acquisiva un significato, e poteva cominciare a crescere fino ad avere esistenza autonoma, creando la necessità di un bersaglio. Continui bersagli.
Fino a divenire esso stesso un cane idrofobo, che non si può abbattere senza danni collaterali.
Senza rompere qualche vaso.

-Qualche vaso deve rompersi-
sbottò Mappo nella baracca di Laurent.
-Solo col suo aiuto possiamo farcela. Solo con lui e mediante lui-
-Che? Te sei fuori-
-Veramente credete che noi da soli possiamo farcela? Ad abbattere il grande figliodiputtana cane idrofobo?-
-Non è questo che ci hai detto fino a adesso? Io ci credo-
-Tu non tieni conto di tutti i dettagli. Hanno ammaestrato bene la macchina, ci schiaccerà. Ci va un'arma segreta, potente, talmente potente che non lo possono neanche mettere in conto-

Laurent fumava la sua vecchia pipa.
Sul muro un calendario erotico. Anno 2002.
Rumore di vento che fischia tra le finestre.

-ohi testa di cazzo, cosa ci hai nascosto? cos'è che non ci hai detto?-
-calma ragazzi, lasciamolo spiegare-
-sapete l'addestramento che vi ho fatto? immaginate dove ci possa portare? bene, molto ma molto più in là. solamente non tutti ci possono arrivare. è uno schema del mondo, basta tessere le trame. sfilare e ritessere. c'è qualcuno che ce la fa-
-io ripeto te sei fuori-
-domani. domani vi presenterò una persona eccezionale. domani verrà qua-

Vento. Ancora vento. Senza tregua, là sull'oceano.

L'odore della rivolta era nell'aria. Sebbene Tito fosse così adirato, anche lui lo stava annusando.

venerdì, febbraio 02, 2007

L’uomo è la sua libertà di trasgredire.


Quis custodiet ipsos custodes? (Giovenale, II secolo D.C.)

Il moltiplicarsi delle tecnologie di controllo dell’uomo sull’uomo appare essere una tendenza inarrestabile degli ultimi decenni.

Vengono posti in essere sempre più limiti, divieti e apparati di controllo, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno. Con l’idea della salvaguardia delle libertà muore il concetto di libertà stessa.
Le regole, in origine funzionali alla convivenza sociale, perdono la flessibilità indispensabile per rappresentare un sistema complesso come l’umanità, non certo vincolabile ad un sistema di assiomi assoluto ed immutabile.

Cresce continuamente lo zoo di telecamere per le strade, nelle piazze, apparecchi per la registrazione telefonica, tecnologie per il controllo della rete, per il tracciamento di ogni singola molecola di merda che esce dal nostro stanco sfintere.
Gli scenari estremi possibili sono due, se il trend verso il controllo sempre maggiore non si arresta, entrambi ampiamente battuti dagli scrittori di fantascienza, ed entrambi schifosamente distopici: o diminuisce drasticamente il numero degli esemplari da controllare, vedi T.Malthus, o aumenta incredibilmente la capacità delle tecnologie di vigilare e punire trasgressioni senza un necessario coordinamento umano; tradotto, intelligenza artificiale.
Lo sbirro bionico, la disumanizzazione dello sbirro. L’incubo. L’essere ligio solo ad un codice, senza la capacità di provare emozioni. Senza conoscere la libertà di trasgredire. Fino a quando non diventa più forte dell’uomo stesso.
Nulla sembra ora in grado di arrestare la spirale più controllo – più trasgressioni –più controllo. E’ un gioco mortale.

Esiste una terza via? Nulla se non una rivoluzione, ma molto probabilmente un evento tutt’altro che consapevole che potrebbe facilmente condurre nello scenario numero uno. Forse sedersi in riva al fiume è l’unica alternativa possibile, a guardare il teatrino.

L’uomo è la sua libertà di trasgredire. Laddove l’assoluto non esiste, non esistono regole che possano vincolare il sistema entro dei binari per mai più uscirne. Trasgredire per cambiare, trasgredire per evolvere. Trasgredire per essere umani. Ci è stata data la libertà di trasgredire, assieme a quella di comprendere e perdonare. Queste non ce le toglieranno né le macchine né i potenti.

Non esistono regole che non si possano dimostrare sbagliate o contraddittorie in almeno una situazione.
Ma questo, chi l’aveva già asserito?

http://www.privacy.it/ueechelon.html


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