Lunga pausa,
ma non per il pensiero che tra un'idea e l'altra è andato in un lungo loop elaborativo. Tra soli che tramontano ed idee che sbocciano, sovente già marcite dall'usura consumistica che contamina tutto l'incipiente, ci si può ritrovare in un vespaio di contraddizioni come in un torneo di lotta clandestina ambientato nientemeno che su di un orizzonte onirico.
Bene, questo è quello che può succedere, non quello che per forza o mero fatalismo deve accadere.
Capita quindi di cercare di elucubrare qualcosa sulle Temporary Autonomous Zone, o la versione cattiva di TAZ, se non si ha idea di cosa siano si può leggere qua:
http://www.hermetic.com/bey/taz_cont.html
in italiano qualcosina qua sulla recensione dell'ononimo libro di Bey:
Sì, il quesito è proprio questo: si può creare una società nella società? Quali sarebbero i requisiti necessari? Come può sopravvivere e a quali patti deve scendere con la società dei padroni?
Un anarchista soft e spirituale come un mio caro amico direbbe che è facilmente risolvibile e l'armonia si può creare, oltre che a patti bisogna scendere per sopravvivere, se no non se ne fa niente. Tanti libertari dissentirebbero: la rivoluzione ci deve essere e come. Mah..
Non basta che tentare. Intanto posto in testa al post una mia elaborazione fotografica, una sorta di immagino-visione, col solo involontario difetto di essere statica..
dje..
2 commenti:
non ti preoccupare succede a tutti...
leggere l'intero blog, pretty good
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