sabato, luglio 25, 2009

E Anarcobuddisti fu. Finalmente


Ho finalmente finito Gli Anarcobuddisti. Dopo 5 anni, fatiche immemori, blocchi dello sfigascrittore, maquillage vari, cambio di titoli (prima era Cinque Stelle), dubbi sulla trama, sui personaggi e sui cambi di stile. Il mio romanzo/mosaico è finito. Gira tra buddismo, massoneria, anarchismo, sogni lucidi, femminismo e inutilità della vendetta, ma la cosa sconvolgente (per me soprattutto) è che sono riuscito alla fine a tirare giù qualcosa con una trama. Incredibile. Non ha pretese (anche se più scrivo più scopro che mi piace scrivere), non ha ambizioni di essere un gran bel romanzo ma qualcosa, qualche pagina rileggendola mi ha proprio soddisfatto. Saranno le registrazioni fatte sul cellulare mentre guidavo, i pensieri sparsi che hanno trovato una collocazione, le riflessioni a cui sono giunto nel tentare di riallacciarmi al filo logico.
Forse pulp è la definizione giusta, alla fine, ma chi se ne fotte dello scaffale. Per me finirlo era una sfida. Ora mi posso lanciare in qualcosa di nuovo, qualcosa che una trama ce l’ha di brutto, qualcosa che tratti i suicidi e la zeta di Riemann, passando per i guru autoprodotti. E magari per un locale con una porta che dà su di un precipizio e al gatto di Schrodinger.
Nel frattempo Gli Anarcobuddisti rimane lì, completo davanti a me. Se leggete queste righe vuol dire che mi conoscete, quindi se mai vi interessa potete chiedermene una copia pdf e ve la mando.
Con amore ardore e stupore,
jejepà

1 commento:

packz ha detto...

sento i vagiti di un nuovo meme...