lunedì, marzo 13, 2006

Il dilemma del credere - riflessioni


E' un sacco che non aggiorno il blog, mo' lo faccio..
Cinque stelle è andato avanti, anche se è un po' arenato. Alcuni dilemmi mi trafiggono, quindi finché non ne risolvo almeno i due terzi resta lì crocifisso a mezz'aria. Tanto non patisce.

Ho scritto un nuovo racconto, lo pubblico appena ritrovo la penna USB. Mi ritrovo sempre avvolto in atmosfere un po' oscure quando scrivo ultimamente, anche se la mia vita di ogni giorno non è impantanata nel lugubre come potrebbe sembrare. Ovvio che non credo in entità superiori nel libero mercato nelle scappatoie dalla realtà nella realtà stessa nell'amore eterno nella vita dopo la morte nella democrazia e ad un sacco di altre favolette..

No dai, non sono così messo male..
Magari credo, diciamo forse un pochino nell'accettazione incondizionata in una birra tra amici nell'amore stupendamente temporaneo in chi non ti impone di credere, nella relatività dei risultati in una tazza di té verde nella morte nell'umana paura di morire nello sguardo puro del mio cane nella primavera che ci porterà via questo freddo e noioso inverno. Crederò per sempre negli occhialoni di mio nonno in chi ha pianto di gioia quando mi sono laureato in chi mi ha ringraziato per averlo ospitato in chi ha accettato i miei ringraziamenti quando mi ha ospitato in chi mi ha detto parole dure ma sincere, forti come un manrovescio in pieno volto.

E scusatemi se non sempre uso le virgole, ma non sempre si pensa con le virgole. Anzi penso spesso con i punti interrogativi, ma non li metto forse per arroganza forse per mascherare la mia insicurezza.

Comunque a giorni metterò su il mio nuovo racconto sempre della serie "Uomini che cercano il senso della vita" (senza trovarlo ovviamente, o rendendosi conto di cosa voglia dire "trovare"). Il titolo è La differenza.

Lascio con una frase che ho letto vicino alla porta del cesso di un pub a Cuneo, non firmata:

Un cane abbaia sue idee, smette quando impongo le mie.

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