giovedì, marzo 06, 2008

Camminare - "Da gli anarcobuddisti capitolo 25"


La prima cosa che ho fatto appena ho potuto camminare è stata andare in un campo. Niente di che, quel campo davanti alla finestra. Avevo il fiatone dopo aver zoppicato per un centinaio di metri. Solo tra l'erba e la rugiada, io nemmeno capace di tenermi in piedi per più di un minuto di fila, sporco e pallido. Durante la mia prima gita. La prima che ricordi. La lunga gita nel prato là davanti. Mi sono seduto, bagnato e col freddo che mi divorava le ossa. Ridevo. Ridevo della mia solitudine e della mia situazione. Del fatto che io, abituato a combattere infinite battaglie con l'immaginazione, infinite sfide con l'anima della gente, ora mi impegnavo per riuscire a non macchiarmi di escrementi. In quel momento non riuscivo a smettere di ridere, mentre il sole del mattino tardava a spuntare dietro le colline troppo lontane.

Poi sono tornato nella casa e ho scritto questo:

Meditazione sulle Quattro Nobili Verità.

La Prima Nobile Verità è la verità del dolore. Tutto è dolore, la nascita è dolore, la vita è dolore, la sofferenza è dolore, la morte è dolore. Lacrime amare. Sangue. Un arto amputato. La disfatta di un grande sogno. L'umanità intera liberata dagli oppressori. Gli oppressori che usano l'umanità stessa contro di sé per decidere chi può e chi non deve sopravvivere. Il crepuscolo dell'ultimo giorno. La gioia di vedere nascere un gattino in un fienile, mentre fuori nevica. La parabola inevitabile di ogni cosa. Il secondo principio della termodinamica. L'impossibilità di guardare oltre i propri orizzonti. Il cinguettio sul mio davanzale. I pantaloni inzuppati. Laddove c'è vita, c'è impermanenza, e c'è dolore.

La Seconda Nobile Verità è la verità dell'origine del dolore. Laddove c'è brama di un'ulteriore esistenza, la c'è dolore. La perpetrazione di ogni cosa in natura. La ciclicità. La sorgente e la foce. Le balene che si arenano, su spiagge lontane dove la sabbia è così fine. Il desiderio che tutta questa gioia non possa finire mai. Il caffè espresso che si esaurisce in due sorsi, e non è giusto. Il desiderio di copulare. Il desiderio di vedere nei figli un riflesso di noi stessi. L'arroganza dei potenti nello sconfiggere la morte. L'arroganza e basta. Ogni gerarchia. Ogni senso di superiorità. Ogni divisione. Ogni classificazione. Ogni amore selettivo. L'amore non è selettivo, ma onnipervadente.

La Terza Nobile Verità è la verità della cessazione del Dolore. La cessazione della brama di un'ulteriore esistenza porta alla cessazione del dolore. E l'albero si assopisce nella pioggia autunnale mentre la nonna prepara la pasta fatta in casa, su un legno che è vecchio, ma vecchio da avere già dei profondi solchi laddove mani abili lo hanno premuto per decenni nel sacro gesto di impastare.

La Quarta Nobile Verità è la verità del Sentiero che conduce alla cessazione del dolore. Retta azione, retta intenzione, retta visione, retta parola, retto sforzo, retta concentrazione, retti mezzi di sostentamento, retta presenza mentale, retta rivoluzione, retta manipolazione, retto sguardo verso le scarpe bucate che ti avvolgono i piedi, retta postura mentre le gambe non ti reggono, ma il sorriso sì. Retta fusione con tutto ciò che ti circonda, perché non sei proprio niente, mentre hai addosso due stracci e sei solo in mezzo a un campo non coltivato, l'erba talmente verde e talmente fredda che pare volerti ingoiare, mentre non pensi ad altro che al fatto che tu vuoi vivere, sì vuoi vivere nient'altro, ma la vita non ha senso se non ti accorgi che il freddo che ti sta uccidendo in realtà sei tu, e tu sei la distruzione e la generazione dei cicli della natura, e tu sei anche il secondo principio della termodinamica che non lascia scampo ad ogni perfetta conservazione del moto, ed anche dell'esistenza. Tu sei lo stato di massimo disordine, ed anche quel gatto massacrato nella notte dalle volpi, perché era ancora troppo piccolo per andare in giro. Tu sei la ruota della massima sofferenza e della massima gratitudine, tu sei i molteplici universi possibili e la cataratta che ti colpirà da vecchio. Tu sei la mattina ed il pomeriggio, ed anche gli anelli di Saturno. E mentre ridi a perdifiato senza volerlo nemmeno, ti ritrovi a conoscere del mondo più di quanto hai conosciuto in decine d'anni di sogni assurdi.

1 commento:

Olympia ha detto...

Qui per caso... molto interessante!